sabato 9 giugno 2012

Chi è BARBARA X ?




























Al queer veggie pride, venerdì 29 giugno, alle 20,30, nel cortile della camera del lavoro (via crociferi, 40, Catania), un incontro straordinario:

BARBARA X
presenta i suoi AGHENSTBUCS

Chi è Barbara X ?

"Quando anni fa ho deciso di assumere un “cognome d’arte” l’ho fatto con lo stesso spirito di Malcolm X, che ai neri americani negli anni Sessanta una sera disse: “Per questa società, noi, gente di colore, non esistiamo: dunque non ci chiameremo più Smith, Johnson, ecc. Il nostro cognome d’ora in poi sarà X, a simboleggiare l’anonimato e il silenzio ai quali ci condanna questo sistema infernale.”
Ecco, siccome questo sistema infernale continua a commettere, nei confronti delle persone transgender (ma –ahimé!- non solo), i medesimi misfatti (emarginazione, razzismo, violenze) perpetrati ai danni dei neri americani in passato, io ho deciso di chiamarmi Barbara X. 
Sono presente qua e là sul web da anni; pubblico articoli, racconti, commenti e scritti vari; nel 2008 è uscito il libro “Qui tutto va a puttane” (Gingko Edizioni, Bologna), un’antologia di racconti a scopo benefico (i proventi vanno a Fiori di Strada, un’associazione che cerca di tutelare le donne vittime della schiavitù della prostituzione), una raccolta di racconti che ne comprende uno mio; dunque, sono una che ama esprimersi scrivendo. Oggi presento i miei AGHENSTBUCS.
Gli AGHENSTBUCS sono la materializzazione di un'utopia. Significano scrivere senza essere soggetti ad alcuna legge. Gli AGHENSTBUCS sono i libri fuori dal mercato, i miei libri, sono letteratura veramente libera e antagonista, autoprodotta e autogestita, che rifugge per ovvie ragioni l’ignominia autoritaria dell’industria culturale.
La scrittura è per me la passione di una vita, assieme alla grande letteratura: ma sono –queste- due passioni ch’io coltivo a mio modo, cioè ponendo costantemente in risalto l’aspetto dell’engagement, dell’impegno. La cultura non è arido nozionismo; la cultura è coscienza, e poi solidarietà, condivisione, amore. Questo è un concetto espresso, con parole diverse (e magari un po’ migliori delle mie), da intellettuali del calibro di Gramsci e Silone. I movimenti (politici e non) hanno completamente perduto quella sana combattività che li contraddistingueva fino a circa un paio di decenni fa, e – un po’ come tutti- hanno scelto di adottare come linea guida quel fair-play deteriore che nulla ha a che vedere con la non-violenza, il pacifismo, la tolleranza: si tratta solo di un atteggiamento dettato dall’estrema povertà di ideali che spadroneggia nei nostri tristi tempi, dal vuoto pauroso in cui sono cadute le menti, i cuori e le coscienze. 
Mi rattrista non poco che il senso di queste mie parole arriverà solo a pochissimi, sono spesso consapevole di parlare una lingua straniera, morta… Questo fatto mi rattrista, certo, ma mi emargina, anche. Ecco allora che io vengo esclusa due volte da questa società così bella e civile: la prima per la mia diversità percepibile esteriormente, la seconda per la diversità che porto da sempre nel cuore e nella mente. 
Sovvertire la bruttezza dell’esistente: da una vita sto lottando affinché ciò non resti solo un’utopia. Tutti i giorni ci viene detto che l’ideologia non esiste più: ma una società è morta e sepolta, se viene meno quest’elemento. In una società civile non può dominare incontrastata la delittuosa e devastante stupidità della televisione. 
E in una società davvero civile si rispettano tutti quanti, anche gli ultimi fra gli ultimi, come gli animali. Io sono vegetariana da ventiquattro anni e vegana da sei, per ragioni etiche, e sono antispecista: per me (ma per fortuna non solo per me) in questo pianeta non ci sono esseri inferiori alla razza umana. 
Un altro valore in cui mi riconosco è l’antifascismo, un valore che oggi ha molto più senso di quanto comunemente si pensi, giacché certe scemenze e certe violenze ai danni dei più deboli proliferano grazie a quei movimenti pericolosissimi che si sono accorti che la nostra società ha abbassato la guardia. Se permettete, io la guardia non l’abbasso. Anzi, cerco di portare i miei colpi. Vale!"

Barbara X